CHIESA DI SAN FERDINANDO, LA CHIESA DEGLI ARTISTI
CHIESA DI SAN FERDINANDO, LA CHIESA DEGLI ARTISTI
Facciata della chiesa
La chiesa di San Ferdinando si trova in piazza Trieste e Trento, a ridosso dei luoghi più rappresentativi della città quali Galleria Umberto, Piazza del Plebiscito, Teatro San Carlo e via Toledo. In origine la chiesa era dedicata a san Francesco Saverio, quando la Compagnia di Gesù decise di dedicargli un edificio di culto. I lavori cominciarono nel 1622 ma non si conosce la paternità esatta del progetto, anche se è probabile ritenere sia Cosimo Fanzago per alcune fonti seicentesche dell’ordine. La chiesa aprì al culto nel 1665 mentre la facciata fu completata nel 1759. La parte più consistente della decorazione della chiesa viene concepita e finalizzata alla celebrazione e alla divulgazione dei fatti della vita di san Francesco Saverio. Tra gli artisti che maggiormente hanno lasciato traccia in questa chiesa c’è Paolo De Matteis. E' sua ad esempio la decorazione della volta della navata dove sono raffigurati episodi relativi al Trionfo della Religione sull’Eresia, tramite sant’Ignazio, san Francesco Saverio, San Francesco Borgia e i tre martiri giapponesi, mentre Maometto precipita con il Corano.
San Ferdinando, Federico Maldarelli
Nella cupola invece viene celebrata la gloria dei santi Gesuiti ma di questa decorazione oggi rimane soltanto la pittura dei pennacchi dove alle virtù teologali e alla giustizia si unisce un bel coro di angeli che invade anche il cornicione sul quale è impostato il tamburo della cupola. Qui l’affresco originario è andato distrutto e venne sostituito agli inizi del ‘900 da Giovanni Diana che vi rappresentò figure allegoriche e motivi decorativi. Ne peducci si vedono anche i gigli borbonici. La tela dell’altare dedicata a san Francesco Saverio che era presente in origine sarà sostituito dopo l’espulsione dei gesuiti. La chiesa sarà dedicata a San Ferdinando e la tela sull’altare che lo rappresenta è di Federico Maldarelli.
Balaustra in marmo dell'altare
Appena si entra in chiesa si possono osservare due belle acquasantiere in marmo sostenute da aquile che probabilmente furono disegnate da Cosimo Fanzago, all’epoca in cui l’architetto era impegnato nella fabbrica dell’edificio. Nelle cappelle laterali della chiesa è possibile ammirare i bei pavimenti maiolicati seicenteschi costituiti da mattonelle bianche e turchine a forma di rombo. Avvicnandoci all'altare, sul lato sinistro del transetto si segnalano le due statue di Davide e Mosè scolpite da Domenico Antonio Vaccaro e il sepolcro di Lucia Migliaccio, moglie morganatica di Ferdinando IV; mentre sul lato destro troviamo quattro Angeli in marmo recanti i simboli di san Francesco Saverio opera di Giuseppe Sanmartino e il Sepolcro di Michele Arditi, illustre archeologo, eretto verso il 1834 ed opera di Tito Angelini
Il presepe degli artisti
Dopo la soppressione della Compagnia di Gesù, nel 1767, la chiesa entra a far parte del patrimonio dei Borbone. Viene data in comodato, in un primo momento, all'Ordine Costantiniano e poi in donazione all'Arciconfraternita di nostra Signora dei sette dolori. La chiesa oggi è conosciuta anche come la chiesa degli artisti perché qui si sono svolte le esequie dei personaggi più emblematici della città, da Nino Taranto a Sergio Bruni, da Luisa Conte a Pupella Maggio. I loro volti è possibile riconoscerli nel bellissimo presepe custodito nella chiesa.
Categoria: chiese