TREKKING SUL PROMONTORIO DI MISENO
TREKKING SUL PROMONTORIO DI MISENO
Capo Miseno
Capo Miseno è la punta estrema delle penisola flegrea. La sua storia, davvero antica, si inserisce in uno scenario geologico sempre in evoluzione. Innanzitutto il suo toponimo deriva dal nome di un personaggio mitologico, che Strabone presenta come compagno d’Ulisse, ma in tutte le altre fonti è ritenuto il trombettiere di Enea, annegato e sepolto sul promontorio, la cui forma infatti ricorda un tumulo. La sua posizione strategica fu determinante nella battaglia navale tra Cuma e gli Etruschi del 474 a.c.; alcuni secoli dopo venne attaccata da Annibale durante la seconda guerra Punica, mentre Augusto nel primo secolo d.C. decise di farne la sede della flotta romana del Tirreno. Da Miseno partirono i soccorsi guidati da Plinio il Vecchio durante la famosa eruzione del Vesuvio del 79 d.C. che distrusse Pompei ed Ercolano.
Il faro di Miseno
Il nostro percorso comincia ai piedi del promontorio, a ridosso della spiaggia nei pressi della grotta della Dragonara: un’antica cisterna romana scavata nel tufo, che tradizionalmente è collegata all’approvvigionamento d’acqua della flotta di Miseno ed utilizzata per le strutture residenziali che la tradizione attribuisce a Lucullo. Dopo dieci minuti di cammino si arriva al belvedere con una splendida vista su tutto il golfo di Pozzuoli dove si possono ammirare anche gli altri crateri dell’area flegrea tra cui: Nisida, Monte Nuovo e il Gauro. Il Vesuvio sullo sfondo impreziosisce una veduta davvero spettacolare. Dopo aver percorso un breve tratto in galleria arriviamo nel piazzale di fronte al faro, da qui un nuovo panorama stupisce di nuovo il visitatore; non più crateri ma le splendide isole del golfo: Capri, Ischia e Procida. Il faro ottocentesco fu distrutto dai tedeschi in ritirata durante la seconda guerra mondiale; la struttura moderna ricostruita negli anni ’50 svolge un ruolo fondamentale per la navigazione lungo il canale di Procida.
Sentiero
Dal piazzale comincia il sentiero che percorre la cresta del cratere. Miseno infatti è di origine vulcanica e la sua eruzione risale a più di 10 mila anni fa. Il percorso è caratterizzato dalla macchia mediterranea e si snoda fino al punto più alto del promontorio in corrispondenza di una vecchia torretta d’avvistamento a quota 160 metri s.l.m. da dove è possibile ammirare nelle giornate di bel tempo anche l’isola di Ponza. Il trekking permette di godere di paesaggi mediterranei davvero unici. Dopo esserci fermati per qualche foto nei pressi della torretta, proseguiamo il nostro percorso per vedere un altro tratto di costa: la spiaggia di Miliscola racchiusa tra Miseno e Monte di Procida. Da qui si può apprezzare la posizione strategica che quest’area ricopriva in passato grazie al suo approdo a doppio bacino: il bacino interno veniva usato come cantiere, mentre quello esterno serviva come porto vero e proprio.
Sacello degli Augustali
Il trekking fino alla fine non smette di stupire. Si passerà infatti per la suggestiva chiesetta dedicata a san Sossio, uno dei martiri cristiani decapitati assieme a san Gennaro; la chiesetta è ubicata quasi a ridosso della spiaggia ed impreziosita da resti di colonne e capitelli posizionati all’ingresso. Poco oltre troviamo il sacello degli augustali (gli augustali erano i sacerdoti addetti al culto dell’imperatore) che per effetto del bradisismo si trova ad una quota inferiore al livello del mare. I reperti di quest’area assieme a tutti i reperti dell’area flegrea si trovano nel castello Aragonese di Baia sede del Museo Archeologico dei Campi flegrei.