PARCO ARCHEOLOGICO DEL PAUSLYPON, UNA BELLISSIMA VILLA D' OTIUM DI EPOCA IMPERIALE
PARCO ARCHEOLOGICO DEL PAUSLYPON, UNA BELLISSIMA VILLA D' OTIUM DI EPOCA IMPERIALE
A nord-ovest di Napoli troviamo l’area archeologica e vulcanica dei Campi Flegrei che si estende da Miseno a Posillipo. I due promontori risalgono al secondo periodo eruttivo dell’area flegrea quando si formò il tufo giallo. Posillipo quindi è parte integrante del sistema vulcanico flegreo e fa da confine naturale con la città di Napoli. È a partire da qui che, fin dall’antichità, l’aristocrazia romana scelse questo tratto di costa per costruire stupende ville marittime in uno scenario di impareggiabile bellezza paesaggistica. “Pochi luoghi antichi hanno bellezze naturali maggiori di quelle di Posillipo, su un lato dell’altura i vertiginosi precipizi cadono a picco nelle acque spumeggianti della scogliera della baia di Trentaremi; sull’altro è lussureggiante vegetazione dell’amena vallata della Gaiola”. Così lo studioso Robert Gunther descrive la bellezza di Posillipo, che giustifica la denominazione del sito derivata dal greco Pauslilypon ossia “il luogo che fa cessare gli affanni”.
L’amenità e la bellezza dei luoghi, il clima mite, la presenza di fonti idrotermali, il fascino esercitato dalle antiche tradizioni greche e dai miti proposti dall’Eneide di Virgilio, furono dunque alcuni dei fattori che resero ricercati questi luoghi. Nella zona flegrea ebbero delle proprietà personaggi quali Mario, Silla, Crasso, Pompeo, Cesare, Bruto, Lucullo, Cicerone ed altri personaggi famosi. La villa del Pausilypon è quella di cui restano le più significative testimonianze. Il complesso apparteneva al ricco cavaliere Publio Vedio Pollione, importante personaggio politico all’epoca di Augusto. Alla sua morte, la villa passò al demanio imperiale. Il complesso è una delle più straordinarie ville di otium che ci siano pervenute: la villa, infatti, adegua la sua architettura alla natura dei luoghi, disponendo le varie funzioni residenziali, di accoglienza, ludiche, termali, non più in un unico edificio, bensì in vari nuclei disposti scenograficamente in tutti gli spazi. Il percorso di visita ha inizio attraverso la grotta di Seiano, una straordinaria galleria di 770 metri che trafora la collina di Posillipo congiungendo la discesa di Coroglio con il vallone della Gaiola. La galleria fu riscoperta e restaurata in epoca borbonica intorno al 1840. Attraversata la galleria si giunge poco dopo all'area archeologica, dove è possibile ammirare il teatro costruito sfruttando il pendio della collina. Sul versante opposto si trova invece l'odeion per le rappresentazioni musicali o di prosa. Accanto all'odeion si trova i salone dei marmi, chiamato così per la sua ricchezza decorativa testimonianza dell'opulenza che qui si viveva. La villa si estendeva su una superficie di circa 9 ettari ed era strutturata a terrazzamenti degradanti verso il mare che costituiva l'accesso principale alla villa. Questa infatti era dotata di una zona di attracco che, attraverso scale, viali e zone di passeggio, permettevano di arrivare alle diverse aree della villa. Per avere un'idea di come si presentava la villa, bisogna raffrontarla a quella di Tivoli di Adriano. Bisogna ricordare che dopo la morte di Vedio Pollione, la villa passò al demanio imperiale e da qui passarono personaggi come Nerone e molto probabilmente lo stesso Adriano che utilizzò quindi la villa di Posillipo come modello per quella di Tivoli.
Con la decadenza dell’impero il luogo fu abbandonato e le imponenti strutture della villa scomparvero, ricoperte dalla vegetazione e dal terreno, mentre gli edifici sul mare sprofondarono in acqua a causa del fenomeno del bradisismo.