IL TEATRO AUGUSTEO, DA VANVITELLI A PIER LUIGI NERVI
IL TEATRO AUGUSTEO, DA VANVITELLI A PIER LUIGI NERVI
Interno del teatro Augusteo
Il teatro Augusteo nasce durante il primo dopoguerra in un periodo di grandi trasformazioni per la città. Fu costruito tra il 1926 al 1929 su progetto dell’architetto Arnaldo Foschini e dell’ingegnere Pier Luigi Nervi, in seguito al parziale abbattimento del settecentesco Palazzo Berio e la conseguente costruzione della Funicolare Centrale.
Palazzo Berio
Palazzo Berio merita un breve approfondimento sia perché verosimilmente negli spazi curati da Luigi Vanvitelli sorgerà poi il teatro Augusteo sia per la sua storia prestigiosa. L’edificio risale al XVI secolo quando era di proprietà del finanziere portoghese Vaez, anche se non ne conosciamo la forma originaria. Era dei Tomacelli, invece, quando nel 1772 Luigi Vanvitelli ne disegnò l'attuale facciata. Nel medesimo anno, il grande architetto decorò anche un salone del palazzo, con teatrino annesso, e ne adattò il cortile in occasione delle feste per il primo parto della regina Maria Carolina. Acquistato nello stesso 1772 dal patrizio genovese Giovan Domenico Berio, marchese di Salsa, il palazzo attraversò un periodo di grande splendore per la munificenza e l'ospitalità riservata alle arti ed agli artisti. Il figlio Francesco, ultimo erede maschile del ramo, fu uomo di vasta cultura, poeta e collezionista d'arte, tanto da raccogliere una delle più ricche biblioteche di Napoli. Inoltre, fra le tantissime opere presenti nel palazzo spiccava il gruppo del Canova Venere e Adone, realizzato nel 1793 ed oggi in Svizzera. Dopo il 1820, anno della morte del marchese Giovan Domenico Berio, fu frazionato in più parti.
Il tetto con lucernaio apribile
Nel 1922 parte del palazzo venne demolita per lasciar posto alla realizzazione della piazzetta Augusteo, contemporaneamente alla costruzione della Funicolare Centrale. Il teatro, prima opera in cemento armato dell'ingegnere Pier Luigi Nervi, su progetto dell'architetto Arnaldo Foschini coadiuvato dall'ingegnere Gioacchino Luigi Mellucci, è situato proprio sopra la Funicolare, e si ipotizza fosse l'antico teatro vanvitelliano. L’Augusteo fu realizzato tra il ’26 e il ’29, ha una struttura simmetrica che richiama i teatri a palchi del ‘700, è circolare con diametro di 30 metri e ha il centro del soffitto apribile; sia quest’ultimo che la scala mobile dell’epoca sono stati rimessi in funzione durante la ristrutturazione curata da Pippo Caccavale sotto la guida del Ministero dei beni Culturali tra il ’90 e il ’92. La sala fu aperta al pubblico nel novembre ’29, con una serie di colossal accompagnati naturalmente da orchestra, essendo il cinema ancora muto; rivelò subito di avere una struttura destinata alla musica, secondo la studiata realizzazione architettonica, e ospitò i nomi celebri quali Tito Schipa, Beniamino Gigli, Giovanni Martinelli. Divenuto ormai un teatro famoso, l’Augusteo ospitò la grande Joséphine Baker con il balletto del Casino di Parigi, le riviste di Isa Bluette e Nuto Navarrini, e, dal ’34, la prosa con Sergio Tofano ed Elsa Merlini, la rivista con Totò, la canzone con la “Bottega dei quattro” (Libero Bovio, Nicola valente, Gaetano Lama ed Ernesto Tagliaferri), cui si aggiunse Ernesto Murolo. Fu la guerra a far chiudere l’Augusteo, che riaprì con gli “alleati” nel ’45 come club della Croce Rossa, e nel ’50 subì l’onta della ristrutturazione “moderna”, divenendo cinema del centro adatto a films di cassetta; e fu chiuso definivamente nell’80.
Sin dal primo anno la gestione, ha curato particolarmente la qualità degli spettacoli in programmazione, creando un naturale gemellaggio con il Sistina di Roma per la capienza della sala, ma non trascurando la prosa; il pubblico segue con interesse le proposte del cartellone in abbonamento ma anche i concerti di musica classica e leggera.