TEATRO BELLINI
TEATRO BELLINI
Teatro Bellini
Nell'area in cui sorge oggi il Teatro Bellini c'erano le "fosse del grano," i depositi annonari della città. Dalla loro demolizione, subito dopo l'Unità d'Italia, sorsero in quell'area: la Galleria Principe di Napoli (la sua costruzione anticipa di oltre 10 anni quella della Galleria Umberto I), abitazioni borghesi in stile neo rinascimentale, la nuova sede dell'Accademia di Belle Arti e il nuovo Teatro Bellini che inaugurò nel 1878. Il primo Teatro Bellini inaugurò nel 1864 ma fu distrutto da un incendio nel 1869. Venne ricostruito per volontà del barone Nicola La Capria Sabelli incaricando l'architetto Carlo Sorgente che si ispirò alla Opéra Comique di Parigi. Il teatro è più grande del precedente e ha la pianta a ferro di cavallo, cinque ordini di palchi e un ordine a loggia continua; al centro dell'arcoscenico si può ammirare di Vincenzo Migliaro il ritratto a olio raffigurante Vincenzo Bellini al quale è dedicato il teatro. Un vecchio motto napoletano recitava: “ 'O San Carlo p''a grandezza, 'o Bellini p''a bbellezza” (il San Carlo per la grandezza, il Bellini per la bellezza).
Interno del teatro
L'inaugurazione si tenne il 6 febbraio 1878 con la messa in scena de I Puritani di Bellini, mentre nel 1879 il teatro ospitò la prima italiana della Carmen di Bizet. Fino al primo dopoguerra, il teatro Bellini fu il centro della vita culturale della città. Dopo il restauro del 1988 il teatro esce da un lungo periodo di degrado fino ad arrivare ai giorni nostri con un ricco programma di attività. La sua programmazione all'inizio fu principalmente lirica e per alcuni anni divenne sede stabile della compagnia di Eduardo Scarpetta. In seguito, al principio del ‘900, il Bellini divenne un tempio dell’operetta, prima, e della rivista e della canzone, poi, accogliendo saltuariamente rappresentazioni di prosa. Nel primo dopo guerra, acquistato dal produttore Gustavo Lombardi, si trasforma in sala di proiezione di film muti. Nel 1962, il teatro Bellini ospitò il suo ultimo spettacolo: Masaniello con Nino Taranto. Da quel momento comincia un lungo periodo di declino e poi di chiusura, fino a quando Tato Russo nel 1987 decise di salvare il Bellini da una sicura distruzione riuscendo a riportare l'edificio all'antico splendore.
Il ritratto di Bellini al centro dell'arcoscenico
Sotto la sua direzione lunga 21 anni, il Teatro Bellini ha visto in scena i più importanti artisti italiani e non solo: sono stati per la prima volta a Napoli e in molti casi in Italia dai Momix a Lindsay Kemp, da Freaks a Zingarò, da Woody Allen a Carmelo Bene fino a eccellenze della musica come Keith Jarret. Nel 2010 la gestione è passata ai figli dell’artista, Roberta, Gabriele e Daniele Russo, che hanno conservato la vocazione teatrale originaria, arricchendo e diversificando le attività della struttura, aprendosi a collaborazioni e all’organizzazione di iniziative e attività culturali di vario genere.
Oggi sono numerosi gli spazi della struttura aperti al pubblico: l'antica sala grande e, accanto, il Piccolo Bellini, una sala dedicata alla programmazione di spettacoli del circuito off, lo store Laterzagorà, ospitato nel foyer del teatro, che è insieme libreria e spazio dedicato a laboratori per bambini e presentazioni di libri, il Sottopalco, il bar/bistrot dove si organizzano mostre e session di musica dal vivo. L'antico edificio è diventato un vero e proprio hub della cultura, punto di riferimento e crocevia di un pubblico decisamente trasversale.
Per approfondimenti sulla storia e la programmazione del teatro, si rimanda al sito: www.teatrobellini.it