TEATRO NUOVO, DALLA SPERIMENTAZIONE ARCHITETTONICA A TEATRO DI SPERIMENTAZIONE
TEATRO NUOVO, DALLA SPERIMENTAZIONE ARCHITETTONICA A TEATRO DI SPERIMENTAZIONE
Il Teatro Nuovo di Napoli, ubicato nel cuore dei Quartieri Spagnoli, per oltre due secoli è stato sede di gloriose opere musicali. Oggi è riconosciuto come uno dei luoghi storici del teatro di sperimentazione in Italia. La costruzione risale al 1723 durante il regno Austriaco. Lo stabile sorse su di uno spazio acquisito dagli impresari G. de Laurentis e da Angelo Carasale, già precedentemente utilizzato per intrattenimenti all'aperto. Il progetto fu elaborato da Domenico Antonio Vaccaro, figlio dello scultore Lorenzo. L'architetto, che già si era fatto notare ed apprezzare con la costruzione della chiesa della Concezione a Montecalvario, nel concepire il Teatro Nuovo diede ulteriore prova delle sue qualità perché lo spazio disponibile nella strada era pochissimo. Secondo le testimonianze il risultato fu mirabile! Il Vaccaro infatti progettò un teatro in una locazione dalle ridottissime dimensioni, riuscendo a strutturarlo su cinque livelli, ognuno diviso in tredici palchi,. Le descrizioni settecentesche risultano a volte divergenti. La planimetria riportata per esempio da Cosimo Morelli restituisce una curva a ferro di cavallo col doppio dei palchi. Nella mappa del duca di Noja compaiono con molta approssimazione, quindici palchi ma sempre con lo stesso andamento curvilineo. Queste descrizioni, seppure differenti, confermano l'ipotesi comunemente accettata sulla derivazione dell'impianto a ferro di cavallo del primo San Carlo dalla più piccola sala di Vaccaro. “Al di là dell'effettiva rispondenza dell'auditorio del Nuovo con il rilievo di Morelli e quindi del suo effettivo valore quale modello di riferimento per il San Carlo di Medrano, resta comunque indiscusso il rilievo delle innovazioni promosse da Vaccaro nella sala come sottolineato dalla stessa storiografia settecentesca.”(I luoghi del teatro e l'effimero, Pier Luigi Ciapparelli). Il Nuovo diventò il tempio del genere dell’ Opera buffa con opere di Antonio Orefice, Leonardo Leo, Antonio Palella e Giovanni Paisiello. Un incendio distrusse la struttura nel 1861, a seguito del quale l’architetto Ulisse Rizzi lo ricostruì e ne restaurò gli interni, così il Teatro riprese a vivere con un nuovo prestigio divenendo uno dei teatri dove era possibile rappresentare con successo il meglio della prosa dialettale. “I decenni di attività del Nuovo nel corso del Novecento ne costituiscono il periodo già florido. Ha ospitato la rivista teatrale e il teatro comico con Raffaele Viviani, Totò, Scarpetta ed Eduardo, Peppino e Titina De Filippo, ma anche spettacoli di arte varia che fecero emergere astri nascenti del teatro; finché nel 1935 un secondo incendio lo distrusse. La programmazione ripartì energicamente nel 1985 sotto la direzione artistica di Igina Di Napoli ed Angelo Montella, i quali progettarono un teatro di innovazione, attivando la produzione di spettacoli distribuiti su tutto il territorio nazionale. Drammaturghi come Annibale Ruccello, Enzo Moscato, Antonio Neiwiller e registi come Mario Martone, Tony Servillo ed Antonio Latella hanno trovato i natali nello spazio dell’avanguardia teatrale del Nuovo di Napoli. Oggi la direzione e la gestione del Teatro Nuovo sono affidate al Teatro Pubblico Campano, Ente pubblico che gestisce la circuitazione teatrale della Regione Campania, diretto da Alfredo Balsamo. Sin dalla stagione teatrale 2012/2013 il TPC adopera le proprie energie per rinvigorire la grande risorsa della tradizione e ravvivare la vocazione del Nuovo come spazio di sperimentazione, di ricerca e di aggregazione culturale.” (fonte: www.teatronuovonapoli.it)