EUFORIA TOMASO BINGA. UN INNO ALLA LIBERTÀ DEL CORPO, DEL LINGUAGGIO E DEL PENSIERO.
EUFORIA TOMASO BINGA. UN INNO ALLA LIBERTÀ DEL CORPO, DEL LINGUAGGIO E DEL PENSIERO.
Dal 18 aprile al 21 luglio 2025, il museo Madre di Napoli ospita “Euforia Tomaso Binga”, la più ampia retrospettiva museale mai dedicata all’artista. Curata da Eva Fabbris con Daria Kahn e un allestimento firmato dal collettivo Rio Grande, la mostra attraversa oltre quarant’anni di pratica artistica di Binga con più di 120 opere, molte delle quali esposte per la prima volta o ripresentate a distanza di decenni. Il titolo Euforia nasce dal dialogo tra l’artista e la curatrice Eva Fabbris. Non è scelto a caso: è una parola che Binga ama profondamente, perché contiene tutte le vocali – un simbolo di universalità fonetica – e trasmette un’energia aperta, estroversa. Fabbris lo definisce “un titolo-manifesto, un augurio, una necessità politica di resistenza”, che ben rappresenta sia il linguaggio verbo-visivo dell’artista che il suo impegno femminista.
Tomaso Binga è lo pseudonimo maschile scelto da Bianca Pucciarelli Menna, nata a Salerno nel 1931 e attiva a Roma. Una scelta provocatoria che risale al 1971, per mettere in luce – con ironia e senso del paradosso – i privilegi maschili ancora presenti nel mondo dell’arte. “Il mio nome maschile vuole mettere allo scoperto il privilegio maschile che impera nel campo dell’arte. In arte, sesso, età, nazionalità non dovrebbero essere delle discriminanti”, afferma l’artista. “L’Artista non è un uomo o una donna ma una PERSONA”. Il percorso espositivo, sviluppato nelle diciotto sale del terzo piano del museo, si snoda in un allestimento sperimentale a tracciato circolare. Ogni tappa della mostra racconta una tappa della sua poetica fatta di performance, installazioni, fotografie, collage, poesie visive, documenti e testimonianze d’archivio. Al centro c’è sempre il corpo femminile, usato come strumento di liberazione, gioco, denuncia. Tra le opere più emblematiche, i famosi alfabeti corporei, dove l’artista assume con il proprio corpo le forme delle lettere, fondendo linguaggio verbale e immagine visiva.
Tomaso Binga è una delle protagoniste italiane della poesia fonetico-sonora-performativa. Ha partecipato a eventi storici come la mostra “Materializzazione del Linguaggio” alla Biennale di Venezia nel 1978, curata da Mirella Bentivoglio. Parallelamente alla sua produzione artistica, ha svolto un ruolo fondamentale anche come docente, curatrice e organizzatrice culturale. Dal 1974 ha diretto l’associazione “Lavatoio Contumaciale” a Roma e dal 1992 ha ricoperto ruoli di vertice nella Fondazione Filiberto Menna di Salerno. Nel corso della sua lunga carriera ha esposto in istituzioni di rilievo come la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, Fondazione Prada a Milano, Museion di Bolzano, Mimosa House a Londra, Centre d’Art Contemporain Genève, e ha preso parte a diverse edizioni della Biennale di Venezia e della Biennale di São Paulo. “Euforia. Tomaso Binga” non è solo una retrospettiva: è un viaggio dentro un’arte che ha sempre saputo parlare con leggerezza, ironia e profondità. È un inno alla libertà del linguaggio, del corpo e del pensiero. Un’occasione imperdibile per (ri)scoprire una voce rivoluzionaria e contemporanea.
La mostra è l'occasione per visitare l'ottocentesco palazzo Donnaregina sapientemente ristrutturato da Alvaro Siza. La mostra, tra l'altro, si trova al terzo piano del museo e da lì si può accedere anche al terrazzo. Nel programmare le vostre visite guidate nella città di Napoli, non può mancare una tappa al museo Madre, ideale anche per tour specifici per le scuole.