FERDINANDO SANFELICE E I SUOI SCALONI MONUMENTALI
FERDINANDO SANFELICE E I SUOI SCALONI MONUMENTALI
Ferdinando Sanfelice
Ferdinado Sanfelice (Napoli 18 febbraio 1675 – Napoli 1º aprile 1748)
Nell’architettura napoletana del Settecento, un posto di primo piano lo occupa senz’altro Ferdinando Sanfelice. Nella prima metà del secolo l’edilizia pubblica era principalmente nelle mani di Luigi Vanvitelli e Ferdinando Fuga, il Sanfelice invece era protagonista indiscusso soprattutto in quella privata e religiosa, regalandoci effetti scenografici e superbe decorazioni che sono possibili ammirare nei tanti palazzi nobiliari e nelle chiese di Napoli. Famosi sono i suoi scaloni monumentali aperti. A causa delle strutture estremamente esili e all'apparenza destinate a crollare che costruiva, il Sanfelice fu denominato popolarmente "Lievat'a'sott" ("Togliti da sotto").
Chiesa di San Giovanni a Carbonara
Bernardo De Dominici, amico e autore della sua biografia, così ce lo descrive: "È il nostro Sanfelice di statura alta e, di robusta e proporzionata complessione, di color bianco, occhi negri, pelo biondaccio." Sanfelice fu avviato agli studi umanistici e solo in un secondo momento si dedicò all’architettura e all’arte in generale. Il restauro della Basilica di Santa Restituta fu l’occasione per avvicinarsi ad artisti quali Francesco Solimena, Lorenzo Vaccaro e ad architetti come Arcangelo Guglielmelli. Gli esordi avvengono ad inizio Settecento presso i Deputati della Cappella del Tesoro di San Gennaro realizzando macchine da festa per la festività di San Gennaro e dagli Eletti della Città di Napoli ebbe come incarico la risistemazione del Santuario di San Gennaro alla Solfatara, insieme a Lorenzo Vaccaro. Dal 1705 lavorò presso la chiesa di San Giovanni a Carbonara con la realizzazione della scalinata nel 1708. Nel medesimo periodo di tempo progettò gli stucchi e l'altare della chiesa della Redenzione dei Cattivi con la partecipazione di Domenico Antonio Vaccaro nella realizzazione dell'altare. Nel 1709 fu completata l'Edicola di San Gennaro presso la Chiesa di Santa Caterina a Formiello con la partecipazione degli scultori Lorenzo e Domenico Antonio Vaccaro.
Palazzo Sanfelice
Tra settembre e ottobre 1710 disegnò le decorazioni in marmi nella Chiesa di Santa Maria della Misericordia ai Vergini e degli altari nella Basilica di San Lorenzo Maggiore. Nel 1711 fu significativo il suo intervento nel Duomo di Amalfi. Per il principe Emanuele Maurizio di Lorena progetta a partire dal 1711 Villa d'Elboeuf a Portici. Durante i lavori di costruzione del "Padiglione estivo" in Resina, attuale Ercolano (NA), un contadino scavando un pozzo artesiano rinviene i primi resti della città sepolta di Ercolano e il principe acquista il pozzo e con i reperti che vengono ritrovati abbellisce la sua villa in costruzione. Più tardi (1738) la villa viene incorporata nel parco della nuova reggia di Portici. Il fratello Antonio fu nominato Vescovo di Nardò il 28 agosto 1707 e Ferdinando fu attivo presso la città pugliese dal 1710. Nel 1715 sovraintese ai lavori del cappellone dell'Immacolata nella Chiesa dei Santi Apostoli mentre nel 1717 realizzò il pavimento e la balaustra del presbiterio della Chiesa di San Giorgio dei Genovesi. Nel 1726 continuarono i lavori del proprio palazzo di famiglia, palazzo Sanfelice, iniziati nel 1724 e che termineranno due anni dopo, nel 1728.
Palazzo dello Spagnuolo
Con un atto del 23 maggio 1734 risale il disegno della facciata della Basilica di San Lorenzo Maggiore per l'ingresso in città di Carlo di Borbone. Nel 1738 fu operativo presso la nuova famiglia reale e gli venne commissionata una fiera per le nozze del re in Largo di Castello. Divenuto protagonista indiscusso di quegli anni nel panorama architettonico, grazie anche alla sua discendenza nobiliare, sono tantissimi i lavori a cui prese parte. Di questi non sempre abbiamo documentazioni che lo attestano, ma le soluzioni adottate in alcuni palazzi fanno pensare ad un suo probabile intervento. Uno di questi casi riguarda Palazzo dello Spagnuolo nella Sanità: si ricorda che il Palazzo di Sanfelice distava da questo poche centinaia di metri, per tanto è facile supporre che sia sua la paternità della scalinata aperta sul cortile ad “ali di falco”. Un altro esempio riguarda la costruzione dello scalone monumentale di Palazzo Serra; Sanfelice era iscritto al seggio di Montagna, lo stesso dei Serra di Cassano. Nel 1744 progettò la cona di marmo nella chiesa della Chiesa di Santa Maria delle Grazie ed eseguita dal marmoraro Domenico Astarita, padre dell'ingegnere architetto Giuseppe Astarita. In agosto del 1745 disegnò gli intagli del coretto della chiesa di Santa Chiara a Nola e della facciata della chiesa di Santa Maria dei Vergini insieme a Giuseppe Astarita. Nel 1746 disegnò le scene di paesaggi arcadici per il refettorio della Chiesa di San Giuseppe dei Ruffi realizzate dal riggiolaio Gennaro Chiajese.
Palazzo Serra di Cassano
Con Martino Buonocore, Nicola Tagliacozzi Canale e Antonio Canevari disegnò l'inferriata esterna della Basilica dello Spirito Santo e contemporaneamente, insieme a Luca e Bartolomeo Vecchione, la cancellata della cappella di Santa Candida nella chiesa di Sant'Angelo a Nilo. Lavorò nel bosco di Capodimonte nella realizzazione della palazzina della fabbrica di porcellana. Nel 1747 morì il suo maestro Francesco Solimena ed eresse la chiesa di San Gennaro nel bosco di Capodimonte. Le ultime commissioni furono i lavori a Villa Durante ad Ercolano, del Duca di Girifalco e del rifacimento di Palazzo Cassano Ayerbo D'Aragona. Il Sanfelice morì il 1º aprile 1748 e tre giorni dopo il figlio Camillo organizzò la Castellana, realizzata da Giovanni Grieco, sotto la direzione di Giuseppe Astarita che completò le fabbriche lasciate incomplete dal Sanfelice.