GIACINTO DIANO, DETTO "O PUZZULANIELLO"
GIACINTO DIANO, DETTO "O PUZZULANIELLO"
Giacinto Diano di Antonio Isabettini
Gli itinerari che si possono seguire all’interno di una Regione o di una città, possono riguardare musei, trekking naturalistici, chiese, ma anche itinerari tematici come quelli legati ad un’artista.
L’itinerario qui proposto riguarda Giacinto Diano (1731-1803), considerato da Raffaello Causa «la maggiore delle personalità napoletane della seconda metà del secolo». La sua vasta produzione artistica è sparsa in diverse località dell’Italia meridionale ma in particolare la ritroviamo in molte chiese e palazzi napoletani. Seguire le orme di Diano quindi, non solo permetterà di apprezzarne le sue doti artistiche, ma allo stesso tempo di scoprire i monumenti più significativi e importanti di Napoli e provincia.
Il nostro ideale itinerario comincia nel cuore dei Campi Flegrei, infatti, come si evince dai registri della parrocchia di Santa Maria delle Grazie, Giacinto Diano nasce a Pozzuoli il 28 marzo del 1731. La famiglia è di origine pugliese e sarà il padre, secondo Carlo Tito Dalbono, a stimolare il figlio alla pittura in quanto anch’egli pittore. Successivamente fu messo nella bottega del famoso artista napoletano Francesco de Mura, allievo del Solimena, la cui forte personalità influenzò le sue prime opere.
Nella sua città natale, Diano lasciò diverse opere, in particolare nella chiesa di San Raffaele Arcangelo, nel Duomo e nella chiesa parrocchiale di Santa Maria delle Grazie.
Quando nel 1752 Diano lascia Pozzuoli, Napoli viveva un periodo di grande splendore artistico e culturale grazie a Carlo di Borbone e alla sua politica illuministica.
Soprannominato o' Puzzulaniello, riuscì in breve tempo a conquistarsi un posto di rilievo nel panorama artistico del suo tempo, infatti, nel 1773 ottenne la nomina di professore di Disegno e maestro di Pittura nella Reale Accademia di Belle Arti, rimanendovi fino al 1782. L’importanza di Diano nello scenario artistico dell’epoca, è sottolineato, oltre che da Raffaello Causa, anche da Nicola Spinosa: “per i contatti stabiliti, oltre che con l’ambiente romano, soprattutto con Luigi Vanvitelli, il pittore (Diano) venne definendo una sua precisa tendenza alla elaborazione di impianti compositivi condotti con criteri di piani prospettici, una luminosità chiara e fluente e una studiata ma rigida disposizione degli elementi figurativi…”
Altare maggiore della chiesa Pietà dei Turchini
Tra le tante chiese di Napoli dove è possibile ammirare le opere di Diano, troviamo: la chiesa della Pietà dei Turchini, la chiesa di San Pasquale a Chiaia, la Basilica di San Pietro ad Aram, la chiesa di San Nicola alla Carità, la chiesa di San Pietro Martire, la chiesa della Santissima Trinità dei Pellegrini, la chiesa Santa Caterina da Siena, la chiesa di Sant’Antonio a Posillipo, la chiesa di Sant’Agostino degli Scalzi.
Diversi lavori di Diano si trovano anche in alcuni palazzi storici di Napoli, tra questi: Palazzo Cellammare, Palazzo Ricca, Villa Pignatelli, Palazzo Serra di Cassano.
Altre opere si trovano a Castellammare, Ischia, Procida, Acerra, Santa Maria Capua Vetere e in Abruzzo.
Tra i diversi allievi di Diano, spicca Gaetano Gigante, capostipite della famosa famiglia di pittori della Scuola di Posillipo, che ebbe in Giacinto Gigante l’esponente più famoso. A quest’ultimo, come afferma Raffaello Causa, fu imposto il nome Giacinto, proprio in omaggio al maestro puteolano.
Giacinto Diano morì il 13 agosto del 1803 a Napoli, nella zona dei Quartieri Spagnoli e sepolto nella chiesa dell’Arciconfraternita della SS Trinità dei Pellegrini.
Secondo Tito Dalbono, il pittore trascorse gli ultimi anni miseramente, perché spese il suo patrimonio per sostenere un figlio esiliato per aver preso parte alla rivoluzione partenopea del 1799.