RAIMONDO DI SANGRO, VII PRINCIPE DI SANSEVERO. UNA VITA PER L'ARTE E LA CULTURA
RAIMONDO DI SANGRO, VII PRINCIPE DI SANSEVERO. UNA VITA PER L'ARTE E LA CULTURA
Ritratto di Raimondo di Sangro, VII principe di Sansevero
Raimondo di Sangro è una delle figure di spicco della cultura illuminista napoletana del Settecento. Testimonianza imperitura del suo spirito è il tempio di famiglia, scrigno d'arte di impareggiabile valore.
Sono talmente tanti gli interessi e le materie in cui si è cimentato, che è impossibile qualificarlo con una singola definizione. È stato infatti: un mecenate, un editore, scrittore, inventore, militare, massone, alchimista. Nella sua Lettera Apologetica, custodita oggi nella Biblioteca Nazionale di Napoli, abbiamo un riferimento ancora più chiaro della sua poliedrica personalità. Si fa infatti riferimento al suo progetto politico e alle sue concezioni filosofiche e religiose dove si evincono conoscenze che vanno dall'astronomia alla filosofia.
L'infanzia è segnata dalla scomparsa prematura della madre quando lui aveva appena un anno, mentre il padre per vicissitudini legate alla giustizia è costretto ad andare via da Napoli. Sarà proprio questo uno dei motivi probabilmente a far designare Raimondo, e non il padre, come VII principe di Sansevero. Fondamentale per la sua formazione sarà il ruolo dei nonni paterni e successivamente l'educazione presso il Collegio dei Padri gesuiti a Roma. Un prestigioso istituto dove entrò in contatto con la cultura umanistica e scientifica.
Già negli anni della giovinezza aveva mostrato interessi che vanno dalla progettazione di apparati da festa alla pirotecnica fino ad arrivare alla chimica, tutte discipline atte a destare meraviglia nell’osservatore. Furono proprio questi gli aspetti che, per la superstizione del popolo in particolare, gli creeranno un'aurea di mistero e piena di aneddoti.
La famiglia Sansevero aveva avuto importanti incarichi durante il reame austriaco, pertanto Raimondo di Sangro dovette conquistarsi col tempo le simpatie dei sovrani borbonici per dissipare ogni forma di sospetto col precedente passato. Questo avverrà soprattutto in ambito militare: si distinse infatti nella battaglia di Velletri del 1744 quando gli austriaci tentarono di riconquistare il regno di Napoli e apportando miglioramenti nell’artiglieria.
Il nome di Raimondo di Sangro VII principe di Sansevero sarà comunque per sempre legato alla cappella della famiglia, dove profuse quasi 30 anni della sua vita e ingenti risorse per farla decorare dai migliori artisti dell’epoca.
Cristo velato
Situato nel centro antico di Napoli, il Museo Cappella Sansevero è un gioiello del patrimonio artistico internazionale. Creatività barocca e orgoglio dinastico, bellezza e mistero si intrecciano creando qui un'atmosfera unica, quasi fuori dal tempo. Con capolavori come il celebre Cristo velato, la cui immagine ha fatto il giro del mondo per la prodigiosa "tessitura" del velo marmoreo, meraviglie del virtuosismo come il Disinganno ed enigmatiche presenze come le Macchine anatomiche, la Cappella Sansevero rappresenta uno dei più singolari monumenti che l'ingegno umano abbia mai concepito.