Luigi Vanvitelli, la Reggia di Caserta e tantissimo altro
Luigi Vanvitelli, la Reggia di Caserta e tantissimo altro
Teatrino di Corte, Reggia di Caserta
Luigi Vanvitelli (Napoli 1700 – Caserta 1773) è passato alla storia per essere stato l'architetto che ha progettato la Reggia di Caserta. Il seguente articolo vuole celebrare il geniale architetto napoletano con un riferimento particolare al suo periodo presso la corte dei Borbone dove lo vedrà impegnato negli ultimi 22 anni della sua vita.
Che la corte di Napoli fosse il suo destino, lo si era capito dalla nascita. Vanvitelli è figlio d'arte, suo padre infatti è il pittore Caspar van Wittel, che si era trasferito a Napoli per lavorare a Palazzo Reale su invito del viceré Luigi Francesco de la Cerda, duca di Medinaceli ed è proprio in onore del viceré che gli fu dato come nome Luigi.
Quando la famiglia si trasferì a Roma, affiancherà il padre prima come allievo e poi come collaboratore, apprendendo in particolare dai suoi disegni l'armonia tra luci, architettura e paesaggi. Impreziosiscono la sua formazione gli interessi per il classicismo, le frequentazioni col mondo dell'Accademia e gli incontri con personalità del calibro di Filippo Juvarra che lo incoraggia nei suoi studi.
Negli anni che seguirono Vanvitelli si fece conoscere per essere un architetto versatile e talentuoso, autore di importanti opere di restauro ma anche abile ingegnere civile e idraulico
La svolta si ebbe quando re Carlo di Borbone a gennaio del 1751 lo invita per presentare un progetto per la Reggia di Caserta. In quel tempo Vanvitelli si trovava a Loreto, raggiunta Napoli, dopo un rapido sopralluogo a Caserta, presentò al re una prima idea , ricevendone l'approvazione. Fece, quindi, ritorno a Roma dove era impegnato alla chiesa di Sant'Agostino e doveva completare la sistemazione dei porti di Anzio e Fiumicino. Inoltre aveva numerosi lavori nelle Marche , in Umbria e in Toscana.
Villa Campolieto
Tornò a Napoli, e il 22 maggio sempre dello stesso anno presentò ai sovrani i disegni definitivi per Caserta mentre il 22 novembre il re volle si organizzasse una mostra del progetto e ordinò fossero stampati tutti i disegni di Vanvitelli. La posa della prima pietra avvenne il 20 gennaio del 1752, giorno del trentaseiesimo compleanno del re. Vanvitelli doveva occuparsi di tutto: dai disegni ai calcoli, alle livellazioni, agli scavi, alla scelta del materiale da costruzione, al parco, alle statue, agli artisti chiamati a decorare gli ambienti (appartamenti, teatro, cappella), all'acquedotto, che dal nome del sovrano fu chiamato Carolino. L'acquedotto è una delle più ardite opere ingegneristiche, che con i suoi 38 km di lunghezza tra trafori e ponti, termina il suo percorso con una scenografica cascata, portando l'acqua alla Reggia e al suo parco. Il palazzo si presenta ancora oggi come un'opera scenografica che incanta e sovrasta il visitatore. Si presenta a pianta rettangolare divisa in quattro cortili, e al centro del vestibolo sale la più grande scalinata monumentale d'Italia. Per capire la magnificenza di questo palazzo, basti citare la motivazione con cui l'UNESCO iscrive la Reggia nel Patrimonio Mondale dell'Umanità: “Il complesso monumentale... si distingue per la maestosità della sua concezione, la sontuosità degli ambienti interni e la cura con cui il paesaggio naturale è stato adattato all'immenso parco circostante”.
In virtù del prestigio acquisito con la direzione della Reggia, Vanvitelli ormai non sapeva più come rispondere alle commissioni che gli piovevano da tutte le parti.
A Napoli il nostro architetto diresse la ristrutturazione della basilica della Santissima Annunziata Maggiore, la costruzione del Foro Carolino (l'odierna piazza Dante), Palazzo Doria d'Angri in via Toledo, il restauro di palazzo Reale e Villa Campolieto a Ercolano (sul blog è presente un articolo dedicato a questa splendida villa settecentesca).