VIA DUOMO, LA VIA DEI MUSEI. DAL QUARTIERE PENDINO AL QUARTIERE SAN LORENZO
VIA DUOMO, LA VIA DEI MUSEI. DAL QUARTIERE PENDINO AL QUARTIERE SAN LORENZO
Particolare della facciata della Cattedrale
Via Duomo è una delle strade del centro di Napoli che ha più di 130 anni; così come la conosciamo oggi è frutto dei lavori del risanamento di fine ‘800 e che recentemente ha avuto importanti lavori di riqualificazione. Delimitata da nord a sud da via Foria e via Marina, è lunga 1.500 metri e fa da congiunzione tra il quartiere Pendino e il quartiere san Lorenzo; due quartieri dove si addensano cruciali episodi storici della città e i suoi tesori artistici. Via Duomo, infatti, è chiamata anche la via dei Musei.
Via Duomo
La parte bassa di via Duomo che incrocia via Marina rientra nel quartiere Pendino. Ha origine antiche , infatti, già in epoca greca era compresa nelle mura. Ha cambiato fisionomia con i lavori di fine ‘800 in particolare in quella che oggi è Piazza Nicola Amore. Qui una volta sorgeva piazza della Sellaria (identificata a lungo come strada della Sellaria e strada Pendino, da cui il nome del quartiere). La piazza ricorda nel nome l’attività delle fucine di fabbri che producevano selle e finimenti per cavalli. Oggi per i lavori della linea 1 della metro, la stessa piazza che fu cancellata dal risanamento, restituisce un altro pezzo di storia: i resti del Gymnasium, il tempio dei giochi isolimpici voluti da Augusto. Molti degli avvenimenti storici determinanti per le sorti della città passano per questo quartiere. Basti pensare a piazza Mercato con la decapitazione di Corradino di Svevia, la rivolta di Masaniello, l’impiccagione dei rivoluzionari della repubblica napoletana. Tante sono anche le manifestazioni artistiche. Borgo orefici, per esempio, dove si perpetua una delle attività artigianali distintive del quartiere Pendino, rinomata dalle stagioni angioina e aragonese.
Museo Filangieri
Superata Piazza Nicola Amore, si torna su via Duomo dove comincia anche la via dei musei. Qui incontriamo il Complesso Monumentale di San Severo al Pendino che per l’adeguamento della nuova strada ha dovuto sacrificare due cappelle e la facciata barocca sostituita poi con una neorinascimentale. L'interno, con pianta a croce greca con sole due cappelle, è impreziosito delle decorazioni del Settecento che s'innestano alla struttura tardocinquecentesca. Oggi è usata per eventi ed esposizioni temporanee. Subito dopo c’è il quattrocentesco Palazzo Como. Noto in passato come il “Palazzo che cammina” poiché, per consentire la rettifica dell’attuale via Duomo, l’antica facciata nel 1880 fu spostata di circa venti metri. Con lo scopo di rivalorizzare lo storico edificio, dopo la ricostruzione il palazzo divenne la sede della raccolta privata di opere d'arte di Gaetano Filangieri iunior. Nacque così l'attuale Museo civico Gaetano Filangieri, inaugurato nel 1888.
Cupola Cappella del Tesoro di san Gennaro
Il quartiere san Lorenzo comincia poco dopo. Il quartiere si estende per quasi tutto il perimetro della città antica, dal largo delle Pigne (piazza Cavour) a san Biagio dei Librai, al Duomo e Donna Regina fino al Castel Capuano. Prende il nome dal monastero francescano San Lorenzo Maggiore, dove fino al 500, era ubicato il tribunale e , in una sala del complesso, si riuniva il “parlamento napoletano: i rappresentanti dei sedili (i seggi nobiliari) e l’Eletto del Popolo, il governo municipale del tempo. Tornando su via Duomo troviamo la Cattedrale, dedicata alla Madonna Assunta e costruita per volere di Carlo d’Angiò alla fine del XIII secolo in un’area già occupata dalle più antiche basiliche della Stefania e di santa Restituta. La Cappella del Tesoro di San Gennaro, custodisce, insieme ai manufatti e agli arredi preziosi del Museo, le reliquie del Patrono, l’ampolla che rinnova gli auspici del miracolo dello scioglimento del sangue. Alle spalle della Cattedrale, su via Tribunali, troviamo l’edificio/museo e chiesa del Pio Monte della Misericordia, appendice seicentesca dell’omonima istituzione assistenziale e caritatevole. Sull’altare maggiore, al centro di una raccolta di dipinti pregevoli, le Opere di Misericordia (1606) di Caravaggi
Ingresso museo Madre
Poco oltre il Duomo, troviamo Largo Donnaregina che prende il nome dalle chiese di Donnaregina Nuova, ora sede Museo Diocesano – oltre trecento testimonianze, tra tele, marmi, oggetti d’arte sacra – e Donnaregina Vecchia, fondata dai sovrani angioini, e sede della scuola di specializzazione in restauro. Concludiamo il nostro percorso in via Settembrini, dove sorge il primo museo di arte contemporanea ubicato in un centro storico cittadino, il Madre. Allestito nell’ottocentesco palazzo Donnaregina, ospita opere di artisti nazionali e internazionali.